venerdì 11 novembre 2022

 Speciale guerra in Ucraina


LIBERAZIONE DI KHERSON: TACE PUTIN E 

TACCIONI I SUOI SOSTENITORI ITALIANI


Nelle ore in cui le forze ucraine ritornano a Kherson, proclamata appena il 30 settembre "sacro territorio russo" con una enfatica cerimonia, Putin tace così come altri personaggi, come la Zakarova, in genere molto loquaci. Ma tacciono in modo palese anche le componenti direttamente legate alla propaganda russa in Italia, che pubblicano i report che Mosca prepara. Se Mosca non dichiara e non commenta, loro tacciono. E' accaduto con l'arresto di Biot, colto in flagranza di spionaggio con un addetto militare russo a Roma, e tacciono mentre si sta verificando un momento importante della guerra, guarda caso sfavorevole ai loro mentori (e in alcuni casi finanziatori) russi.

Per mesi ci hanno raccontato che la resistenza ucraina sarebbe finita in pochi giorni, che non vi erano speranze e che (guarda caso) era inutile inviare aiuti militari. Gli aiuti sono giunti e i russi hanno preso delle grandi legnate, respinti in modo clamoroso.

Per mesi questi soggetti ci narravano che i russi potevano accerchiare 70.000 combattenti ucraini nel Donbas; che se Putin avesse preso il controllo di tutto il Donbas: "la pace sarebbe stata più vicina". Ancora il 29 ottobre uno di questi "esperti" dichiarava che "riteneva ancora possibile una vittoria lampo russa". Di "lampo" vi è stata la ritirata dei soldati russi che sulla sponda occidentale del Dnipro hanno lasciato morti e mezzi.

Eppure alcuni, generalmente molto loquaci, ora tacciono. A nostro avviso si può avere le idee che si vogliono sulla Russia ma questo silenzio davanti ad una sconfitta è indice di legami che vanno oltre i normali punti di vista.

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