martedì 13 agosto 2019

Alzo Zero
LA CRISI DI HONG KONG
Inutile girare intorno al problema. La Repubblica Popolare di Cina ha una gravissima crisi di diritti essenziali. In tantissimi ci fanno affari ma nonostante certe acrobazie dialettiche (col l'UE che la definisce "democrazia monopartitica", una vergogna!) vi è un solo partito.
Se il regime fosse stato non comunista, si sarebbe fatto riferimento al nazismo, ai regimi militari e via proseguendo. Siccome il regime sventola bandiere rosse e falci e martelli, ed è l'erede diretto del periodo di Mao, l'approccio è molto, molto diverso anche se si tratta di un gigantesco incrocio fra capitalismo e comunismo, che non sappiamo quanto sarebbe piaciuto a Mao e a tutta la sua classe dirigente, liberticida ma assolutamente austera anche perché di beni da spartirsi ve ne erano pochissimi (la Cina nel 1970 aveva circa 70.000 televisori in tutto il paese!!)
A Hong Kong, già colonia inglese fino al 1997 ma abituata a ben altra situazione, la cosa non va giù e da qui forti proteste in atto da oltre due mesi. Ora siamo giunti al blocco dell'aeroporto, uno dei principali dell'Asia, con pesanti ripercussioni. Non solo protestano gli studenti ma anche masse di cittadini comuni, fattore ancor più preoccupante.
Per Pechino il "rischio contagio" è pericolosissimo, specialmente ora che si fanno sentire i primi sintomi di una possibile crisi economica, dopo decenni di crescita vorticosa. E infatti il regime ha fatto muovere le prime unità militari e non esiterebbe ad utilizzarle (la Polizia locale è in difficoltà) dopo che le ha provate tutte, incluso il ricorso a bande di organizzazioni criminali, scese in campo per aggredire i dimostranti.
Fatti salvi i sacrosanti diritti di quelle genti, una certa attenzione non guasterebbe perché il regime è abilissimo nell'opera di repressione; basta vedere il trattamento riservato alle minoranze tibetane e musulmane e la sostanziale impotenza occidentale, dove tanti parlano sempre di libertà e democrazia ma dove in pochi, anche sui media, hanno il coraggio di affrontare un gigante politico ed economico come il regime cinese.

Nessun commento:

Posta un commento