PUNTI CALDI
5 MAGGIO 2025
- In giornata vi sono stati vari attacchi aerei statunitensi contro la milizia houthi. Colpiti vari bersagli lungo la costa (incluso depositi di carburante) a anche nei dintorni della capitale, dopo che ieri un missile ha raggiunto Israele, molto vicino all'aeroporto BEN GURION. Gli houthi parlano anche di attacchi israeliani ma la reazione sarà sicuramente molto forte.
- ESPLODE DEPOSITO IN IRAN Un deposito sotterraneo di munizioni a Kazeroon, sud dell'Iran, è esploso. Sembra che lo gestissero i Guardiani della Rivoluzione. Dopo l'enorme esplosione presso il terminal container di Shahid Rajai, nei pressi di Bandar Abbas, di pochi giorni fa, ora si è avuta questa seconda esplosione e non si può escludere che si sia trattato di sabotaggi.
- YEMEN Negli attacchi aerei israeliani della notte, sarebbe stato colpito un cementificio e installazioni portuali nell'area di Hoddeida. . Ovviamente si dà la caccia ai missili balistici e si sta operando perché non né giungano altri dall'Iran. Sotto tiro le installazioni petrolifere perché senza carburante i miliziani avrebbero grossi problemi nel condurre qualsiasi attività. L'unico problema è che ne risentirebbe anche la popolazione delle aree sotto controllo del gruppo Al-Ansar, a guida houthi. Il nostro parere è che dopo l'ultimo attacco missilistico, che ha mancato di pochissimo l'aeroporto BEN GURION, gli israeliani intensificheranno la pressione congiuntamente alle forze statunitensi e britaniche che, in questi giorni, hanno colpito molti bersagli. Da segnalare come, almeno per ora, gli attacchi ai traffici nel Mar Rosso sono stati bloccati.
- ISRAELE SI PREPARA AD ALTRE OPERAZIONI A GAZA L'esecutivo israeliano ha deciso nuove operazioni a Gaza, richiamando anche riservisti. In pratica si punterà alla zona settentrionale della Striscia, con una sistematica ricerca dei tunnel sotterranei, cercando di recuperare gli ultimi ostaggi ancora vivi, forse meno di 20. La popolazione sarebbe costretta ad un nuovo esodo verso la zona sud in condizioni veramente drammatiche dopo oltre un anno e mezzo di conflitto. Ma siccome Hamas non vuole mollare, le conseguenze si faranno sentire. Una soluzione potrebbe essere il trasferimento, via mare, in qualche altro paese, come avvenne nel 1982 con l'OLP di Arafat, sotto la supervisione di un contingente internazionale (di cui faceva parte anche l'Italia, con il Battaglione GOVERNOLO dei bersaglieri). Dubitiamo che Hamas accetti ma le trattative non devono cessare.
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