mercoledì 24 gennaio 2024

 

CARACCIOLO:  INCIDENTE ALLO IASD SULL'UCRAINA

 

Forse Lucio Caracciolo pensava di parlare alla Scuola di Limes o nella trasmissione della sua amica Gruber ma questa volta ha combinato un mezzo incidente diplomatico. Era stato chiamato al Istituto Alti Studi della Difesa a Roma, per parlare del conflitto in Ucraina, frutto delle reiterate aggressioni russe.

Davanti ad un centinaio di ufficiali e manager, ha attaccato con i temi di chi fa parte del gruppo di "Repubblica", un gruppo che fra il 2010 e il 2016 editava (sembra a pagamento) la versione italiana di "Russia Today", un organo smaccatamente di propaganda del regime di Putin. Era anche l'epoca in cui i russi hanno arruolato molti sostenitori fra politici e giornalisti italiani (non penserete mica che Biot sia stato l'unico a cadere "in tentazioni" anche se forse è stato il più incauto).

Orbene, Caracciolo, direttore di Limes e con una presunzione che spruzza dai tutti i pori della pelle, ha attaccato con i soliti temi, incluso una cartina in cui si evidenziavano territori ucraini  come "annessi", ovviamente sorvolando su un'infinità di cose e parlando di un presunto contrasto fra i vertici politici e militari ucraini che a noi, che frequentiamo l'Ucraina da 10 anni, non risulta proprio. Nell'intervallo un ufficiale ucraino ha preso la parola e fatto notare che quanto affermato era la versione russa su questa grande tragedia e che le cose stavano ben diversamente. Ne è nata una questione perché, incidentalmente, l'Italia è sostenitrice dell'Ucraina nel resistere contro l'aggressione russa, dettaglio che non ci sembra secondario, con voto a larghissima maggioranza in Senato anche oggi.

Ma qualcuno pensa di sostenere a piacimento certe tesi senza avere mai un contradditorio adeguato? Forse non sapeva che nell'uditorio vi era un ufficiale ucraino, di un paese che sta pagando l'aggressione russa con un prezzo enorme e non è disposto solo a mormorare.

Sembra che Caracciolo ci sia rimasto molto male ma la cosa non ci dispiace affatto perché è il momento di chiarire certe posizioni e ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Non è certo il solo ad avere certe posizioni ma è tempo che si spieghi la realtà dei fatti e che le loro tesi siano adeguatamente ribattute, perfino se sono sostenute dal direttore di Limes, uomo che non ci ricordiamo, come tanti altri, di aver visto sul fronte ucraino. Il fatto è che abbondano gli "analisti" ma le analisi le fanno in poltrona a casa loro. Salvo poi sbagliarle in modo clamoroso. Per fortuna!

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