mercoledì 23 febbraio 2022

Speciale Ucraina

 

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE DELLE 23.00

 

Oggi vari redattori di RAIDS si sono recati a Roma per raccogliere informazioni che non è il caso di affidare alle comunicazioni telefoniche.

Intanto Kiev ha mobilitato 36.000 riservisti su circa 1.000.000 di richiamabi alle armi. Si vuol essere pronti per ogni evenienza e si vuole presidiare anche il territorio e le installazioni strategiche a rischio attacchi.

Ci sono state oltre 300 azioni militari nelle ultime 24 ore lungo la linea di contatto nel Donbass. Kiev ha dichiarato lo stato d'emergenza ma non è ancora lo stato di guerra.

Gli Stati Uniti parlano di un attacco possibile nelle prossime 48 ore e in effetti le unità russe sembrano in molti casi pronte a muovere anche se, guardando bene, alcuni mezzi risultano non operativi, essendo stati rimorchiati in posizione, vittime di qualche problema tecnico. 

Gli Stati Uniti invieranno altre armi ma altri paesi (Polonia, Lituania, Canada e via proseguendo), stanno inviando aiuti concreti. 

La NATO sta inviando rinforzi e i LINCE e i Bv.206 visti su un convoglio, sembrano che siano diretti in Lettonia, dove già vi è un piccolo contingente italiano. Si stanno schierando vari paesi dell'Alleanza anche come mezzi aerei e navali, in particolare per proteggere i paesi baltici, molto esposti e con piccole risorse difensive anche se di qualità.

La fuga di tante ambasciate è stato un grosso errore. Ci è venuto in mente che durante la battaglia di Sarajevo in città vi erano varie ambasciate nonostante grosse parti della città fossero sotto il tiro delle armi leggere serbe sulle montagne! Sgomberare sedi diplomatiche prima ancora che il conflitto si avvicini, ci è sembrato un grave errore psicologico. 

Abbiamo raccolto notizie circa il fatto che se scoppiasse uno scontro generalizzato, gli ucraini sono pronti per colpire bersagli in Russia, minacciando la logistica e i depositi di Putin oltre che altre strutture (ponti, industrie, aeroporti e via proseguendo). Un conto è combattere in casa altrui e altro è incassare colpi sul proprio territorio. 

Gli ucraini si stanno mobilitando in patria ma anche all'estero e questo dovrebbe far meditare chi si è dimostrato pronto ad avventure aggressive ma non vuole rischiare più di tanto.

Le sanzioni sono in fase di applicazioni ma siamo molto scettici sul loro effetto, specie nel breve termine, anche perché si tratta di un enorme paese con grosse risorse geologiche e vi sono in vista pesanti ripercussioni per paesi come l'Italia che hanno sbagliato politica energetica, legandosi ancora alla Russia anche dopo l'inizio del conflitto nel 2014. 

 

AGGIORNAMNTO DELLE 23.30

Si registrano forti scontri nell'area di Lughansk, in particolare tiri d'artiglieria. 

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