mercoledì 5 agosto 2020

SULL'ESPLOSIONE A BEIRUT

Per la gravissima esplosione avvenuta al porto di Beirut il 4 agosto, poco dopo le 18,00 (il cui bilancio supera già i 200 morti e i 4.000 feriti), ora si parla di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio che vi erano depositati da sei anni. Dovrebbe essere ben noto alle autorità che il nitrato di ammonio è un fertilizzante ma può anche esplodere, in determinate circostanze, tanto che esiste una famiglia di esplosivi economici (indicati come ANFO) che viene correntemente utilizzata. La sua pericolosità è tale che ne è stata vietata l'importazione in paesi come l'Afghanistan, dove i talebani lo utilizzavano regolarmente per i loro attentati.
Quello che non ci convince di questa spiegazione sono tutte le esplosioni secondarie che si sono viste prima e dopo l'immane deflagrazione, tipiche dell'esplosione di munizionamento.
Aggiorneremo i nostri lettori ma intanto la capitale libanese è in ginocchio mentre il contingente ONU si è mobilitato (è stato danneggiato anche un pattugliatore) e stanno giungendo aiuti internazionali da molti paesi. Distrutte le scorte di grano, sistemate in vicini silos che sono colassati sotto l'effetto dell'immane esplosione.

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